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IL MERLO ACQUAIOLO

IL MERLO ACQUAIOLO
signore delle acque turbinose

a cura di Michele Zanetti

Nel panorama vasto e diversificato dell’avifauna italiana, ricco di centinaia di specie, il Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus) spicca come uno dei più singolari casi di adattamento ad un ambiente peculiare. La sua ecologia e il suo comportamento alimentare e riproduttivo risultano infatti strettamente correlati all’habitat specifico delle acque alpine, montane e collinari a corrente sostenuta. Al punto che, pur non essendo il piccolo passeriforme dotato dei caratteri morfologici che distinguono ad esempio gli anatidi, il suo rapporto con l’ambiente sommerso delle acque velocemente fluenti risulta pressoché univoco. La presenza di una ghiandola impermeabilizzante per il piumaggio e le notevoli abilità natatorie costituiscono comunque caratteristiche proprie della specie.

Osservare il suo volo rettilineo, radente l’acqua e rivolto verso il suo fluire è un privilegio riservato a quanti sanno apprezzare la natura affascinante delle forre prealpine in penombra o delle valli dolomitiche, dove la luce colora di verde brillante le acque che spumeggiano tra candidi macigni levigati. E tuttavia raramente il fotografo o il semplice cultore delle bellezze naturali conosce adeguatamente questo protagonista schivo, che merita invece un contatto cognitivo approfondito.

 

La denominazione scientifica del Merlo acquaiolo è Cinclus cinclus; la specie appartiene infatti al genere Cinclus e alla famiglia dei Cinclidae, che raggruppa quattro specie appartenenti allo stesso genere. Essa risulta diffusa nell’intero territorio italiano, con elevata densità e continuità sull’arco alpino e sulle Prealpi e in forma discontinua lungo l’intera dorsale appenninica e fino alla Sicilia.

Si tratta di un passeriforme sedentario e territoriale, che compie stagionalmente movimenti altitudinali di limitata entità, potendo tuttavia svernare lungo corsi d’acqua di risorgiva, anche in ambiente d’alta pianura.

Nidifica sotto le arcate dei ponti, nelle nicchie di sponda dei corsi d’acqua a regime torrentizio e persino sotto le cascate, dove i rischi di disturbo antropico e di predazione naturale risultano assai limitati.

La dieta della specie si compone soprattutto di macroinvertebrati acquatici, ovvero di larve di friganeidi, odonati e coleotteri, che cattura in ambiente sommerso, tra i ciottoli del fondale. La tecnica di ricerca del cibo è peraltro significativa dell’adattamento del merlo acquaiolo al suo habitat elettivo; l’individuo si posa infatti su un sasso a pelo d’acqua, dondolandosi in modo caratteristico, per poi immergersi, tuffandosi letteralmente nelle acque turbinose e spostarsi sul fondo a nuoto o camminando e utilizzando le ali per vincere la forza della corrente. Talvolta, prima di farlo, l’individuo immerge semplicemente il capo, per valutare la situazione, quindi si tuffa velocemente. Sul fondo avviene la ricerca delle prede, catturate rovistando tra le pietre; al termine della ricerca l’individuo esce dall’acqua talvolta spiccando direttamente il volo.

 

Il merlo acquaiolo presenta una lunghezza pari a cm 17, ma il profilo del corpo, tozzo e con la coda breve e rialzata, ricorda quello delle scricciolo, come pure il canto, che può essere udito anche nei mesi invernali. Il nido è voluminoso e costruito prevalentemente con muschio; le uova, che sono in genere 4-5, vengono incubate dalla femmina per 16 giorni, mentre la prole viene accudita da entrambe i genitori.

La specie condivide l’habitat con i piccoli passeriformi che frequentano le sponde dei torrenti e dei ruscelli, o le forre umide e ombreggiate. Tra le altre figurano lo Scricciolo (Troglodytes troglodytes) e la Ballerina gialla (Motacilla cinerea). A differenza di queste specie, tuttavia, il merlo acquaiolo costituisce un importante indicatore bio-ecologico, poiché la sua presenza conferma l’integrità e la ricchezza dell’ecosistema torrentizio e in particolare la cospicua presenza degli invertebrati diffusi nelle acque velocemente fluenti e di ottima qualità.

 

Bibliografia minima

  • Frugis S. (a cura di), 1972, Enciclopedia degli uccelli d’Europa, vol. 2°, Rizzoli Editore, Milano
  • Meschini E., Frugis S., (a cura di), 1993, Atlante degli uccelli nidificanti in Italia, Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, XX: 1-344